Volevo scrivere due righe sul giro di boa al concludersi del girone di andata del campionato, e mi sono perso in alcuni viaggi mentali che ogni tanto colpiscono la mia mente dissennata.
Stavo cercando di mettere insieme parole e racconti che descrivessero questa prima metà di stagione e ho iniziato a pensare a una espressione che ho studiato in filosofia in quinta superiore, la celebre frase “non esistono fatti, ma solo interpretazioni”.
Non l’ha detta proprio uno sprovveduto, anche se l’ideatore di questa espressione può essere condiviso oppure no, ma il suo inciso è chiaro: Nietzsche sostiene che i fatti in sé sono stupidi, occorre affiancarli con l’interpretazione.
La sua frase deve essere dunque intesa in questo senso: ogni fatto che ci viene tramandato o semplicemente raccontato non è mai il fatto in sé, ma è sempre un’interpretazione da parte di chi ce lo narra.
E allora, mi sono detto, “che lo racconto a fare?”. Del resto, quando scrivo c’è sempre un nutrito nugolo di lettori che apprezza, così come esiste un piccolo gruppo di followers che non condivide affatto ciò che esprimo, a volte anche dissentendo con commenti scritti.
Ma va bene così, fa parte del gioco, scrivere ed essere commentati, giudicati, ci sta. L’importante è trasmettere emozioni, belle o brutte, piacevoli o fastidiose, l’importante è muovere quel piccolo strato di pelle d’oca che si nasconde sotto l’epidermide e sempre più, nei tempi moderni, fatica a emergere.
Tutti, quando scrivono delle proprie gesta, vorrebbero essere veritieri, ma "le verità sono illusioni di cui si è dimenticata la natura illusoria" (Friedrich Nietzsche, Scritti 1870-73), per cui cosa stiamo qui tanto a preoccuparci di come scriviamo? Scriviamo e bella che finita! Perché fra dieci o vent’anni, rileggere tutto questo sarà un momento speciale, sarà un’iniezione di adrenalina, sarà una lacrima di nostalgia che solca la guancia.
E a questo giro di boa vorrei scrivere di una squadra compatta, di un bel gruppo, che sa affrontare le gare col piglio giusto, anche se ha bisogno ancora di un po’ di tempo per completare la sua maturazione. Un gruppo di atleti e uno staff, che il Fresko ha messo insieme con sapiente razionalità ed esperienza, acquisita grazie a una brutta stagione percorsa due anni fa e che ci ha insegnato un nuovo approccio allo sport meraviglioso che è la pallavolo.
E portate pazienza ma credo, che tutti quegli scettici che all’inizio (leggasi 01/03/2011) ci davano dei mitomani, che nell’anno delle sconfitte (stagione 2011/2012) ci davano dei falliti, tutti gli esperti che ci dicevano come si allena, come si fa una squadra, come si gestisce una società … beh sinceramente credo che questi signori (anche perdessimo tutte le partite da qui a fine anno) debbano osservare un minuto di riflessione, guardare alla loro verità e pensare a quanto erano illusorie le leggi di cui nutrivano i loro giudizi e a volte anche il loro odio.
Perché al giro di boa del campionato di B2 del Fresko Volley nella stagione 2013/2014, Nietzsche oppure no, la verità è che abbiamo costruito davvero tanto e non siamo ancora sazi. E ciò che facciamo inizia ad essere oggettivamente e pubblicamente riconociuto.
Un grazie a tutti coloro che hanno sposato e creduto nel progetto del Fresko Volley e l’hanno portato avanti fino ad oggi.
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