La prima partita è andata. È andata
come doveva andare, nel senso che abbiamo giocato contro una squadra mediamente
giovane, non fortissima, ma atleticamente più in forma di noi e con quel
pizzico di grinta in più che contraddistingue chi vuol portare a casa i tre
punti, anche quando la difficoltà cerca di prendere il sopravvento.
Ciò detto, noi abbiamo testato la
squadra per la prima volta, con tre atleti in meno a referto (problemi di
tesseramento), con un gruppo che ancora deve trovare la giusta amalgama,
essendo la squadra il risultato di una fusione di due società con integrazione
di ulteriori nuovi giocatori. Ma va bene così. Nei momenti in cui abbiamo fatto
valere il nostro gioco, si sono viste anche delle belle cose.
Ora ci troviamo davanti ancora
quattro partite di coppa, da sfruttare al meglio per cementificare un gruppo
che può esprimere grandi potenzialità. I singoli atleti sicuramente hanno
esperienza e doti tecniche interessanti, ora si tratta solo di metterle al
servizio del gruppo. L’allenatore ha grande esperienza e sta guidando molto
bene i suoi cavallini, soprattutto in allenamento, dove il clima è sereno e i
ragazzi lavorano sodo. La dirigenza si sta prodigando per organizzare tutto al
meglio e per cercare di essere sempre presente.
Insomma, le carte per fare bene
ci sono tutte, ora bisogna solo calare qualche buona mano e stamparci quel
sorriso in volto che solo una bella vittoria ti sa dare.
Harvey Mackay ha detto che la
vita è troppo breve per alzarsi la mattina con dei rimpianti. Che se arriva
un’occasione bisogna coglierla! E ha aggiunto che nessuno ha mai detto che
sarebbe stato facile, hanno solo promesso che ne sarebbe valsa la pena. E io
credo che non sarà facile, ma che ne varrà assolutamente la pena, che ci
toglieremo delle soddisfazioni e qualche piccolo sassolino che ognuno di noi ha
nelle proprie scarpe.
E chiudo con un estratto che ho
trovato online ieri e che mi ha fatto pensare. Potrebbe anche non trovare un
senso compiuto nella vostra vita, almeno per oggi, ma fa dannatamente pensare. Prendetene
buona nota, dunque.
“Essere pioggia non è facile. Devi concederti solo
alle terre che hanno bisogno di te, altrimenti allaghi. […] Il cielo è carico
di elettricità, piove acqua e luce. La città, previdente, si è coperta di
ombrelli, sa che non un suo angolo si salverà. La pioggia è imparziale: bagna
il palazzo di un duca e i quartieri del popolo. La pioggia bagna il ricco e il
povero, il vecchio e il ragazzino, ci rende tutti ridicoli allo stesso modo, la
pioggia non fa distinzioni, sono gli esseri umani che le fanno. Piove oggi,
piove e non sembra smettere.
(cit. Giulia Carcasi, Io sono di legno, Feltrinelli, 2007, ISBN
978-88-07-72174-8.)”
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