La citazione di questi tempi:

"Nel volley, come nella vita, le vere soddisfazioni derivano dal vivere nel presente ogni momento, nel bene e nel male. Una squadra, da buona, diventa grande quando ogni giocatore impara a fidarsi dei compagni, al punto che la parola IO viene sostituita dalla parola NOI"

Cavalli statistici: i reali click al blog!

Vai a vedere i risultati e la classifica!!!

domenica 26 aprile 2015

Mettete dei fiori nei vostri cannoni...

Quando ero piccolo, non ero molto bravo nel disegno. Avevo tanta fantasia, tante idee, ma poca praticità. Era come immaginare una villa ottocentesca in ogni suo dettaglio, arredata e finita, ma poi non essere in grado di disegnarla. Alle elementari (che oggi credo si chiamino primarie) avevo tutti i miei amici maschietti che sapevano disegnare macchine, robot e animali. Mentre le femminucce erano più brave con persone, cuori e fiori. I fiori in particolare, erano una dannazione, perché spesso quando c'era un compito di disegno, la maestra chiedeva fiori o alberi o comunque elementi naturali.
Io con i fiori ero una schiappa. Il mio amico Federico invece sapeva disegnare di tutto, infatti ancora oggi porto un tatuaggio con la caricatura di uno squalo che mi ha disegnato lui. Comunque, ricordo bene che una volta la maestra chiese di disegnare il nostro fiore preferito. In realtà, dubito che un qualsiasi bimbo di 7 anni abbia un fiore preferito, ma, di fatto, la richiesta era chiara. L'obiettivo era portarsi a casa un bel voto sul disegno del proprio fiore preferito ed io, stanco di sentirmi continuamente mortificato perché, a detta della maestra, non ero bravo nel disegno, ho deciso che volevo almeno un BUONO da portar a mia madre. Però non sapevo nè quale fiore disegnare e nemmeno come fare a metterlo sul foglio. Ricordo, come fosse oggi, che quella fu una delle prime volte in cui mi sono trovato a combattere con il pensiero terribile del "non c'è la faccio". Un espressione banale come non ce la faccio ha il potere di impedire alle persone di fare molte cose. In realtà con la dedizione e la costanza, le cose che non si riescono a fare sono davvero poche.
Quel giorno a ricreazione andai in giardino, era metà mattina, primavera, una temperatura mite di aprile e io, giovane artista impaurito, ero in cerca di un fiore. Un fiore qualsiasi, un fiore che quel giorno sarebbe divenuto il mio fiore preferito.
Ero quasi scoraggiato e al limite della rassegnazione, quando recandomi nell'aiuola dietro la mensa scolastica, trionfante sul suo lungo stelo, vedo che si inerpica un tulipano, giallo come il sole, bello come un turbante arabo. Del resto, il nome tulipano deriva dal turco tullband, che significa copricapo, proprio in virtù della forma del fiore.
Fu così che, semplicemente osservandolo, compresi che per disegnare un tulipano sono sufficienti 12 linee, compreso stelo e foglie. Una dozzina di rette e di curve erano sufficienti per raggiungere un obiettivo che fino a pochi minuti prima sembrava inarrivabile. Quel giorno, sebbene avessi solo 7 anni, il mio carattere ha subito una forte scossa e la mia testa ha smesso di pensare "non ce la posso fare, perderò ancora" e ha iniziato a dire "io non perdo mai, o vinco, oppure imparo qualcosa".

"Ci sono quelli che usano sempre gli stessi vestiti, ci sono quelli che portano gli amuleti, quelli che implorano guardando il cielo, quelli che credono nelle superstizioni, quelli che continuano a giocare quando finisce il gioco e ci sono quelli che continuano a correre quando tremano le gambe, quelli che continuano a lottare quando tutto sembra perduto come se ogni volta fosse l'ultima, convinti che la vita sia una sfida, soffrono ma non si lamentano perché sanno che il dolore passa, il sudore si asciuga, la stanchezza finisce, ma c'è una cosa che non finirà mai... la soddisfazione di esserci riusciti... nei loro corpi c'è la stessa quantità di muscoli, nelle loro vene scorre lo stesso sangue, ciò che li rende diversi è il loro spirito, la determinazione di raggiungere la cima, una cima alla quale non ci si arriva superando gli altri, ma superando se stessi."

Questo è ciò che ho dentro oggi. Questo è ciò che sento. Ma come dice una persona che stimo davvero tanto, quando si vince si é sempre fenomeni. Lavoriamo per cinque vittorie, poi se ne riparla.
Una alla volta, cavalli orgogliosi, una alla volta.
E avanti così.


Nessun commento:

Un blog davvero (o da vero???) ... equino!!!!