Miei cari Compagni di Squadra,
mi ritrovo a scrivervi questa mia epistola in quanto è da un paio di giorni che cogito in merito all'episodio che mi ha visto protagonista nell'ultima partita di campionato disputata.
In particolare, la mia non è una lettera di remissione e/o di pentimento, in quanto non ritengo di aver fatto nulla di grave da giustificare un cartellino rosso nei miei confronti in quel frangente di gara.
Si tratta di scrivere alla mia Squadra e far comprendere a tutti che, nel ruolo di responsabilità che grazie a voi rivesto, non digerisco l'accaduto e me ne dispiaccio.
Mi rendo perfettamente conto che il mio vivere la partita con piglio sanguigno (caratteristica che, per quanto mi riguarda, sta a rappresentare quanto io tenga all'esito del gioco) possa indurre l'arbitro a tenermi maggiormente sott'occhio.
Mi rendo anche perfettamente conto che un rosso in una qualsiasi fase di gara comporti un innesto di nervosismo nelle fasi di gioco a seguire.
Per cui, ripeto, me ne dispiaccio e non vado affatto fiero dell'episodio, anche perché non rappresenta affatto ciò che la nostra società intende insegnare e trasferire ai più giovani, al nostro futuro.
D'altro canto gradirei anche sensibilizzarvi, miei cari Cavalli di Razza, su quanto io sia orgoglioso di questa squadra, che rappresento da Capitano e dei risultati che sta raccogliendo, seppur martellati da infortuni e defezioni.
Amo questa squadra e stimo ogni suo singolo componente. Siamo tutti molto diversi e abbiamo caratteri e atteggiamenti assai difformi, ma se l'organico è al completo e la Squadra gira, sono convinto che non ce ne sia per nessuno.
E quando otteniamo un punto a favore e ci riuniamo tutti insieme in mezzo al campo, abbracciandoci, nella accezione più pura del termine, si assapora il carattere vincente e l'unione di questo Gruppo.
E voi, meglio di me, sapete bene che l'unione fa la forza.
Una alla volta, dunque, Cavallini. Una alla volta. E avanti così.
mi ritrovo a scrivervi questa mia epistola in quanto è da un paio di giorni che cogito in merito all'episodio che mi ha visto protagonista nell'ultima partita di campionato disputata.
In particolare, la mia non è una lettera di remissione e/o di pentimento, in quanto non ritengo di aver fatto nulla di grave da giustificare un cartellino rosso nei miei confronti in quel frangente di gara.
Si tratta di scrivere alla mia Squadra e far comprendere a tutti che, nel ruolo di responsabilità che grazie a voi rivesto, non digerisco l'accaduto e me ne dispiaccio.
Mi rendo perfettamente conto che il mio vivere la partita con piglio sanguigno (caratteristica che, per quanto mi riguarda, sta a rappresentare quanto io tenga all'esito del gioco) possa indurre l'arbitro a tenermi maggiormente sott'occhio.
Mi rendo anche perfettamente conto che un rosso in una qualsiasi fase di gara comporti un innesto di nervosismo nelle fasi di gioco a seguire.
Per cui, ripeto, me ne dispiaccio e non vado affatto fiero dell'episodio, anche perché non rappresenta affatto ciò che la nostra società intende insegnare e trasferire ai più giovani, al nostro futuro.
D'altro canto gradirei anche sensibilizzarvi, miei cari Cavalli di Razza, su quanto io sia orgoglioso di questa squadra, che rappresento da Capitano e dei risultati che sta raccogliendo, seppur martellati da infortuni e defezioni.
Amo questa squadra e stimo ogni suo singolo componente. Siamo tutti molto diversi e abbiamo caratteri e atteggiamenti assai difformi, ma se l'organico è al completo e la Squadra gira, sono convinto che non ce ne sia per nessuno.
E quando otteniamo un punto a favore e ci riuniamo tutti insieme in mezzo al campo, abbracciandoci, nella accezione più pura del termine, si assapora il carattere vincente e l'unione di questo Gruppo.
E voi, meglio di me, sapete bene che l'unione fa la forza.
Una alla volta, dunque, Cavallini. Una alla volta. E avanti così.
Francesco Pozzani
CAPITANO SERIE C MASCHILE
SERVICE MED U.S. INTREPIDA
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