Non ricordo se ho già parlato di ciò che sto per scrivere, forse sì. Ma riprenderò l'argomento comunque. Esiste un posto, nella casa dove vivo, in cui mi metto a meditare. Per me è un posto magico, perché mi sfarfalla il cuore quando mi ci metto. E' un angolo di terrazza, dal quale riesco a vedere un panorama intorno a me per circa 240 gradi. Ovviamente ci vado soprattutto nella bella stagione. Ma oggi c'era un bel sole e quando ho sbattuto la tovaglia per far cadere le briciole in giardino, ho risentito quel colpetto al cuore, che mi impone di fermarmi qualche secondo in quell'angolo di quiete e di magia.
Non so perché, ma non ho pensato alla partita di ieri e nemmeno alla classifica, che mi da una soddisfazione estrema. Non ho pensato a come hanno giocato i miei compagni, tra tutti peraltro Nicolò ieri, che ancora dimostra di essere il mio ragazzino terribile quando sale in cattedra.
Anzi, credo di sapere perché non ho pensato a queste cose: perché non sono soddisfatto del mio personale match, nonostante mi piaccia moltissimo questa squadra e ami molto questo gruppo.
Ho pensato invece a quando abbiamo fatto l'ultima foto, quella con il fotografo che dal basso verso l'altro fotografa le mani, mentre i ragazzi si danno un cinque. In tutte le foto di ieri sera c'è un pezzetto di cuore, ma nell'ultima ho avuto un istante in cui ho osservato i volti dei miei compagni. Volti umili, di atleti che dominano il campionato, ma sanno che ancora è lunghissimo. Volti stanchi, per una partita in cui, come ormai sovente accade, il nostro avversario ha giocato come se fosse l'ultima di campionato e dovesse vincere a tutti i costi. Volti sorridenti, di atleti che sanno che hanno portato a casa un altro pezzettino di azzurro per colorare la propria volta celeste. Volti raggianti, perché abbiamo chiuso un girone di andata a +6 su due signore squadre quali sono Massanzago e Porto Viro.
Volevo rubarvi e rubarmi poco tempo, per raccontarvi dei volti dei cavallini di razza, per spiegarvi che volti così in giro se ne vedono pochi, anzi, ogni anno sempre meno.
Che giocare con il cuore, colora il volto di un arancioncingiallognolo luminoso. Che ad allenarsi con passione, con determinazione, anche contro la non voglia del momento e la stanchezza data da una lunga giornata di lavoro, paga.
Volevo parlarvi, ancora una volta, dei Cavalli di Razza, una leggenda che dura da quasi due lustri. Che a volte va in ombra, si affievolisce. Ma torna sempre orgogliosa a lottare su ogni pallone.
Una alla volta, Cavalli Leggendari, una alla volta.
E avanti così... con il volto di un arancioncingiallognolo luminoso...
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