Quattro sconfitte consecutive, 51 set subiti da inizio anno in 24 gare ufficiali, molti dei quali negli scontri diretti persi con le compagini che lottano per la salvezza insieme a noi. Sono i numeri di quella che non vogliamo pensare sia una crisi stagionale del Fresko Volley, condannato dai propri errori e da contingenze di percorso: un giocatore che ha lasciato a dicembre, cambi di ruolo obbligati, inserimenti di nuovi giocatori, alcuni infortuni, a volte probabilmente alcune valutazioni tattiche sbagliate ed sicuramente determinati sbagli individuali. Nessun dramma, però, perché l’analisi deve essere legata all’attualità ma non limitarsi ad essa.
E, soprattutto, deve essere relazionata alle aspettative. Il problema è proprio questo: chi fino a metà stagione pensava ad un Fresko Volley quasi da play off, si sta ricredendo. Più modestamente le mie aspettative erano altre: l’organico non è certo da playoff e l’obiettivo era chiaro a inizio anno; Ambrosi e Piccoli – sempre a mio parere (che credo conti ancora qualcosa in questa società) ottimi allenatori - non potevano non concedere qualcosa ad un Fresko che ha cambiato spina dorsale, metodologia e approccio alle partite.
Detto questo, contro Villafranca e Ongina è tempo di carattere e di uomini duri: chi ha queste qualità le mostri in campo, trascini i compagni più timidi, si prenda le sue responsabilità sul terreno di gioco e fuori. Ma gli attori saranno molti, a partire dalla dirigenza, che dovrà essere forte, tenace, vicina ai suoi giocatori e quieta nei momenti di tensione. A continuare dallo staff tecnico, che sarà costretto a cercare di tirare fuori qualche intuizione in più, quel coniglio dal cilindro che nelle ultime gare è forse mancato. Per continuare dai giocatori, che sembrano essersi dimenticati che in regione sono noti come Cavalli di Razza, nomea che ha avuto le sue soddisfazioni in passato e ancora deve prendersene tante.
Basta crederci e volerlo, basta evitare integralismi tattici e di gestione in nome di una rivoluzione, necessaria e intelligente dopo questo brutto periodo. Sul mercato i bisogni in questo momento sarebbero anche chiari, ma i sogni sono altri.
Io sogno una salvezza a fine campionato, sogno due gare giocate alla morte, sogno di non vedere musi in campo e sguardi rivolti al pavimento, ma i bei volti soddisfatti e gli sguardi di complicità che si vedevano fino a poco tempo fa.
Sogno di abbracciare i miei giocatori, con gli occhi lucidi e dire a ognuno di loro “bravo, anche questa volta mi hai reso orgoglioso, grazie”.
Ma soprattutto, sogno di dire a quelle persone che lunedì mi hanno chiesto se spero davvero di andare a punti nelle ultime due gare .... "Hai visto cosa sanno fare i miei cavallini quando tirano fuori il carattere?".
Una alla volta, cavalli in difficoltà, una alla volta. E boia chi molla!!!