La citazione di questi tempi:

"Nel volley, come nella vita, le vere soddisfazioni derivano dal vivere nel presente ogni momento, nel bene e nel male. Una squadra, da buona, diventa grande quando ogni giocatore impara a fidarsi dei compagni, al punto che la parola IO viene sostituita dalla parola NOI"

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domenica 4 dicembre 2011

Campionato Serie C Maschile - 8° Giornata (03/12/2011)

Pallavolo Legnago vs. N.C.C. Fresko Intrepida 3-1 (25-21, 15-25, 25-14, 25-18)



N.C.C. Fresko Intrepida: n. 1 Pozzani (pt. ), n. 2 Alloro (lib. - pt. 0), n. 3 Oliveri F. (pt. ), n. 4 Modena (pt. ), n. 5 My (pt.), n. 6 Bonazzi (2° lib. - n.e.), n. 7 Martinelli (pt. ), n. 8 Marchi (pt. ), n. 9 Fasoli (pt. ), n. 10 Alberti (pt. ), n. 11 Castagnini (pt. ), n. 12 Cestaro (pt. ), n. 13 Olivieri L. (K) (pt. ) - All. Ambrosi Claudio – Scoutman: Garbin Chiara

Assenti: nessuno


M.V.P. = non determinabile

Legnago (VR)

Abbiamo sognato, per un paio di set. Abbiamo giocato da Cavalli di Razza, per un paio di set. Poi siamo calati e Legnago ha fatto comprendere quali siano le forze che li sospingono in vetta alla classifica con zero sconfitte. E per questo in pizzeria gli abbiamo dedicato il classico coro “Salutiamo la Capolista”.
Al cospetto del miglior Canossa visto negli ultimi tempi (ndr.: Il marchio CDR ce l’ha ancora impresso a fuoco sulle natiche, che non credete, per questo la nostra panchina l’ha soprannominato TRIPLOPIU’), Legnago scende in campo con i soliti Della Ventura, Amico e Ambroso che sanno cosa vuol dire attaccare con efficacia, anche se hanno assaggiato il nostro muro in più occasioni.
Momenti di buon gioco si sono visti in tutta la partita, ma i primi due set sono stati davvero belli. A fine gara anche sugli spalti, tolta l’amarezza della sconfitta, il pubblico (praticamente tutto) ha detto che la partita è stata gradita.
Tra i nostri, un buon Gabri My ha dominato nel secondo set sia in attacco che al servizio; bene Castagnini e Martinelli con il muro. La ricezione tiene bene: 80% e Fasoli fa la prima parte di gara da leone, attaccando molte palle che Cestaro smista alla mano e in contromano, ma come si è visto negli ultimi set c’è stato un calo generale. Da considerarsi positivi gli ingressi di Olivieri Luca, che gioca qualche mano/fuori dei suoi e di Pozzani, che in attacco è indemoniato, anche se a poco serve a quel punto. Vedono campo, anche se per pochi sprazzi, anche Olivieri Francesco e Alberti Luca. Modena Matteo entra, ma non è la solita tigre, anche se fa dei buoni punti. Si sacrifica con intelligenza e cuore per il gruppo Bonazzi Francesco, che veste la maglia di secondo libero e si ripropone di allenarsi al meglio in settimana per riprendersi il posto che gli spetta.
Che dire ancora? Una sconfitta che però non è come le altre. Una sconfitta che ci può far crescere se ci lavoriamo a modo. E' molto difficile saper perdere. Si può perdere una partita e sicuramente poi ti resta una delusione dentro, che non può lasciare indifferenti. Ma sta a noi avere la capacità di saper perdere con dignità, per far sì che la sconfitta ci fortifichi, anziché umiliarci. Pensiamo per un attimo a questo sabato. Saper perdere, significa riconoscere che l'avversario è stato più abile di noi, che ha saputo crescere di intensità ludica nell’esatto momento in cui noi mollavamo l’osso. Molto spesso, la tentazione di attribuire ad altre cause la sconfitta, è un modo per sminuire e delegittimare la bravura dell'avversario.
L' arbitro non era imparziale, gli abbiamo concesso troppi spazi, eravamo con un giocatore in meno, ecc. Tante scuse, che non cambiano la sostanza del risultato, tanto vale ammettere sportivamente che l'avversario è stato più in gamba di noi. Tutto il resto, sono solo discorsi che tentano di nascondere la realtà se si è lottato al meglio.
Molte persone ritengono che perdere, significhi dimostrare debolezza: a volte è vero, ma spesso accade l’esatto contrario: ammettere una sconfitta, fa onore all’altra squadra e non dimostra per nulla d'essere un gruppo debole, senza la spina dorsale, magari arrendevole.
Perdere significa rendersi conto dei propri limiti e lavorarci sodo per superarli.

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