La citazione di questi tempi:

"Nel volley, come nella vita, le vere soddisfazioni derivano dal vivere nel presente ogni momento, nel bene e nel male. Una squadra, da buona, diventa grande quando ogni giocatore impara a fidarsi dei compagni, al punto che la parola IO viene sostituita dalla parola NOI"

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lunedì 9 dicembre 2013

Un Pozzo di emozioni: VIII giornata di Campionato - B2 maschile - 08/12/2013


Quello che non ti aspetti. Nel volley è così. Nessuna partita sarà mai veramente simile ad un’altra, perché il tasso di psicologia, il tasso tecnico, il tasso tattico e quello atletico si intrecciano in una serie di algoritmi e alchimie, che difficilmente possono spiegarsi in due righe scritte su un foglio elettronico.
Quello che non ti aspetti, ciò che proprio non mi aspettavo.
Da questa squadra, che ho visto combattere contro i giganti, come Nessuno (N.d.R.: per chi non ha mai letto Omero, o Teocrito, o Euripide, od Ovidio ovvero ancora Virgilio, gioco di parole con il nome greco Odisseo) vale a dire Ulisse, fece col ciclope Polifemo, ingannandolo e sconfiggendolo.
Ecco, noi in questa partita da Ulisse siamo divenuti Nessuno, senza nemmeno passare da una fase intermedia.
Nessuno ha messo la giusta dose di carattere, cosa che proprio non concepisco (personalmente parlando, da giocatore s’intende), nessuno ha messo la testa, nessuno ha condotto la squadra e nessuno si è preso quelle responsabilità, per intenderci quelle che il classico leader si prende quando ci sono da togliere le castagne dal fuoco.
Pertanto non sono contento, della partita s’intende, non del campionato, che ancora gode di rosee prospettive, non avendo noi velleità di arrivare primi in classifica.
Non sono contento perché non ho visto nessuno usare cuore; anzi, meglio, ho visto Nessuno non usare il cuore, a ben seguire la logica di quanto espresso sopra. Non sono contento, perché posso accettare benissimo di aver fallito, ma non concepisco proprio non averci nemmeno provato. Poi quando vado in panca da dirigente vivo un senso di impotenza che prima di quest’anno non avevo mai vissuto, una sensazione di inutilità (attenzione, so bene che non è così, parlo di sensazioni profonde e subconsce), che mi accentua ogni fallimento, inasprendolo.
Ma va bene, noi si gioca a volley, anche questo lunedì ritorniamo al PalaFerroli: torniamo in palestra ogni settimana, perché è li il nostro habitat, dove ci completiamo, dove sbattiamo il muso contro i nostri limiti; ne abbiamo bisogno, ogni santa settimana dell’anno, ci torniamo, perché l’apatia quotidiana non ci appartiene, perché la palla e il parquet fanno parte di noi, ci torniamo perché anche se non ci fosse nessun dannato motivo razionale, noi ci torneremmo lo stesso. Perché è il nostro mondo. Alla faccia di chi non capisce il motivo per cui non rinunciamo ad un allenamento per fare serata con gli amici...
E allora, cavallini, torniamo in palestra da stasera, lavoriamo sodo questa settimana, perché alle porte c’è Viadana, seconda forza del campionato, che non ha nessuna intenzione di lasciare punti al PalaFerroli? Cosa facciamo? Molliamo o prendiamo? Giochi, vinci. Giochi, perdi. Ma giochi!!!
E a tutti quelli che dicono che nella pallavolo conta l’altezza rispondete, con forza e convinzione, che non è così: nella pallavolo conta solo essere all’altezza, che è diverso.
Forza ragazzi, potete e dovete fare molto di più. Perché a noi piace stupire.
Una alla volta.

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