La citazione di questi tempi:

"Nel volley, come nella vita, le vere soddisfazioni derivano dal vivere nel presente ogni momento, nel bene e nel male. Una squadra, da buona, diventa grande quando ogni giocatore impara a fidarsi dei compagni, al punto che la parola IO viene sostituita dalla parola NOI"

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venerdì 22 novembre 2013

Sabato osserveremo un minuto di silenzio prima della partita...


“Dopo un giorno e una notte a spalare fango, a guardarmi intorno a cacciare dentro le lacrime, a regalare sorrisi per chi non è stato fortunato come la mia famiglia, mi viene solo un pensiero: vaffanculo”

Così ieri ho iniziato la mia giornata, leggendo un messaggio di un mio amico sardo, nel quale si comprende a pieno la disperazione di un popolo colpito da una disgrazia immensa.
Quando le piogge sono così copiose che i fiumi non riescono a condurre l’acqua alla foce, c’è poco da dire, rimane solo da mettersi le mani nei capelli e piangere.
Piangere per queste persone che si sono svegliate un mattino e non avevano più nulla, casa, vestiti, dignità e forza di vivere. Ma vi siete mai fermati a pensare a cosa significhi subire una tale tragedia?
Io un giorno l’ho fatto. Ero a casa da solo e stavo ascoltando in pausa pranzo il TG. Ricordo bene che stavano facendo il giro di Mirandola, inquadrando quelle case sbriciolatesi come fango al sole dopo che un terribile terremoto aveva scosso per sempre l’anima di quelle terre.
Mi sono fermato, ho posato la forchetta e mi sono guardato intorno, la mia cucina, il mio pavimento, il muro azzurro con le bottiglie di liquori sulle mensole, il controsoffitto con i faretti. E ho immaginato che tutto andasse distrutto. In quel preciso istante i miei occhi si sono gonfiati di lacrime, al sol pensiero di perdere tutto.


Immaginate. Chiudete gli occhi e immaginate, che finché siete al lavoro un fiume di fango vi entra nel vostro splendido appartamento, distruggendolo, devastandolo e voi siete li, lo sapete e non potete fare nulla.


E nell’immaginare, vi prego, fate in modo che non vi siano persone in quell’appartamento, perché sarebbe il peggio del peggio.


E allora, dopo che avete fatto questo dolorosissimo tuffo nella disperazione, seppur ipotetica, ditemi una cosa: ancora riuscite a parlare di abitazioni abusive, di permessi, di tangenti, di gente ignorante, di politici, di assessori, di concessioni edilizie, di letti di fiumi non dragati, di … di … di… ancora ci riuscite?
Noi veronesi abbiamo vissuto le esondazioni dei fiumi nell'est veronese, in zone come Soave e San Bonifacio e sappiamo cosa vuol dire. Ripartire da zero.
Ancora parliamo di incolpare qualcuno? E' così importante trovare i colpevoli, trovare 50 persone da lapidare in piazza? E' questo il momento di farlo, nelle piazze, al bar, nei salotti televisivi? Ora?
Oppure siete come me, che riuscite solo a riempire il cuore di lacrime e desolazione e vi sentite impotenti, anche magari mandando 10 sms per aiutare le zone colpite?
Io mi sento inutile e impotente e prego il mio Dio perché dia tutta la forza necessaria a queste persone disperate per ripartire da zero.
Perché da qualche giorno la Sardegna non è più l’isola meravigliosa delle vacanze dei VIP, bensì un luogo di tristezza e desolazione immensa.
Un minuto di silenzio, nel prossimo weekend, su tutti i campi di tutti gli sport italiani. E ancora è poco.
Pensiamoci su.


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