La citazione di questi tempi:

"Nel volley, come nella vita, le vere soddisfazioni derivano dal vivere nel presente ogni momento, nel bene e nel male. Una squadra, da buona, diventa grande quando ogni giocatore impara a fidarsi dei compagni, al punto che la parola IO viene sostituita dalla parola NOI"

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giovedì 2 maggio 2013

27/04/2013 - 25° Giornata Campionato di Serie C masch. - Girone B

FRESKO EST VOLLEY vs. Fulgor Thiene                                            3-0                
                                  ( 26-24 / 26-24 / 25-20 )

NCG Fresko Est Volley: n.1 Pozzani (pt.), n. 2 Fantoni (K) (pt. ), n. 3 Marinelli L. (pt. ), n.4 Bona Veggi S. (pt. ), n. 5 Veronese N. (pt. ), n. 7 Martinelli F. (pt. ), n. 8 Marchi F. (pt. ), n. 9 Hueller A. (pt. ), n. 10 Jankovic M. (pt. 6), n.11 Caliari C. (pt. ), n. 12 Alloro E. (1° libero), n. 14 Gugole S. (pt. 1) - All. Ambrosi C.
 
Assenti: Castagna Mirko







PalaMojito - Colognola ai Colli (VR)

Due giorni fa ero in metropolitana a Roma e riflettevo su quanto accaduto sabato sera con gli amici di Thiene, quando per diverbi e incomprensioni a fine gara non abbiamo fatto la consueta cena del gemellaggio insieme. Ci ho pensato per qualche giorno, perché per me il gemellaggio è qualcosa di talmente nobile e quasi sacro, che se non riesce bene me ne dispiaccio a tal punto da mettere in discussione prima ogni mio comportamento e a seguire quello degli altri.
Non voglio entrare nel merito delle colpe e delle accuse, ma solo ragionare sul fatto che il gemellaggio per la prima volta nella storia non si è chiuso. Io l’anno scorso ho perso un  campionato, cioè sono retrocesso con qualche giornata di anticipo, proprio contro Massanzago, che per noi rappresenta il gemellaggio più attivo. Ricordo bene l’amarezza di quel giorno, con gli occhi pieni di rammarico a mangiare con gli avversari, non è facile. Capisco dunque perfettamente lo stato d’animo degli amici di Thiene sabato sera. Peraltro se si ritiene che qualcuno della mia squadra o della mia società o del mio pubblico, abbia  tenuto comportamenti di scherno, me ne scuso personalmente. Ma credo con ragionevole certezza che ogni risata o scherzo, fosse solo dovuta a noi e al nostro status di matematica seconda in classifica, cosa che vi avrebbe permesso di andare ad Agorà per far giocare un po’ tutti, con il clima dell’amichevole di lusso che tanto bene fa al relax dei titolari.
Ciò detto, farei un ulteriore passaggio, tornando in metropolitana a Roma e portando anche il lettore con me. Ero da poco arrivato a Roma e molti cartelli in metro allertavano il turista dal potenziale borseggiatore, cosa nota ai più. Inoltre, da pochi minuti era stata sigillata Piazza Colonna per l’attentato sventato a spese di un carabiniere (per il quale ancora oggi tutti facciamo il tifo) da parte di un pazzoide, non ancora identificato. Per cui ogni mio istinto di allerta era attivo ai massimi livelli, anche troppo forse.
Salgo in metro, mi siedo e di fronte a me siede un uomo di circa 35 anni, pelle d’ebano e sguardo rivolto costantemente alla porta d’uscita. L’ho notato non solo perché lo avevo davanti, ma anche perché molleggiava costantemente la gamba destra, classico gesto simboleggiante nervosismo estremo o esprimente la ansia/fretta (a volte lo si tiene anche quando si deve andare con urgenza alla toilette). Comunque lo osservavo e pensavo “chissà come mai è così agitato, a cosa starà pensando, cosa lo turberà a tal modo…???” e non mi davo ragione della sua agitazione. Da quel punto in avanti la mia mente ha iniziato a viaggiare, pensando a mille cose ma fermandosi al fatto che quell’uomo poteva essere un attentatore e che il suo giubbino di jeans fosse abbastanza ampio per nascondere un qualche ordigno esplosivo.
A quel punto, mi sono fermato col pensiero e mi sono detto “Ma che cavolo ti passa per la testa? Uno non può molleggiare un attimo la gamba che diventa un talebano assetato di sangue? Torna in te per favore”. In effetti nessuna bomba è esplosa in quella metro, perché si è trattato di uno dei più classici casi di fraintendimento meditativo causato da una sola cosa: PREGIUDIZIO. La vita di ogni giorno di riempie gli occhi di immagini crude e severe, che turbano la nostra serenità, ma un buon 80% delle persone sono gente normale, che non vuole il male del prossimo.
E il pregiudizio ce lo fa scordare.
E allora forse, come è accaduto a me di sbagliare il mio giudizio su un atteggiamento di una persona che non conoscevo e con cui non ho nemmeno interagito, potrebbe accadere a chiunque di farlo.
Ma nei gemellaggi non c’è spazio per sentimenti come il pregiudizio. Per cui ringrazio Fabio (dirigente della Fulgor Thiene) e alcuni giocatori, che ci hanno scritto dopo la partita palesando il loro rammarico per l’accaduto.
Tranquilli ragazzi, sicuramente ci vedremo alla prossima, perché un gemellaggio è sacro, almeno per il Fresko Volley. A presto.

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