La citazione di questi tempi:

"Nel volley, come nella vita, le vere soddisfazioni derivano dal vivere nel presente ogni momento, nel bene e nel male. Una squadra, da buona, diventa grande quando ogni giocatore impara a fidarsi dei compagni, al punto che la parola IO viene sostituita dalla parola NOI"

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domenica 27 ottobre 2013

Un Pozzo di emozioni: II giornata di Campionato - B2 maschile - 26/10/2013


Emozioni, negative o positive, pur sempre emozioni sono. Quel battito di ali di farfalla nello stomaco che ti muove il cuore e la mente. Emozioni. Come ieri andando verso Costa Volpino, viaggio tranquillo, su un piccolo pullmino, ma clima di squadra buono e giocatori sereni; panorama incredibile sulla strada che costeggia il Lago d'Iseo. Emozioni in Val Camonica.
E le emozioni vanno celebrate, in barba a chi non è d'accordo perché non comprende che non celebriamo una vittoria, noi celebriamo un momento, un evento, una sensazione, qualcosa che ti muove dentro. Come anche accade quando perdiamo e celebriamo una sconfitta.
Quest'anno scrivo sul blog con leggerezza, spogliatomi dei panni di presidente, di giocatore titolare, di redattore di articoli sulla partita, ora finalmente vivo una leggerezza d'animo con cui chiunque abbia il piglio o l'intenzione di scrivere qualcosa, di redigere un testo su un blog che bene o male è letto da qualche centinaio di persone, ovvero ancora di celebrare un'emozione, sente più volte la necessità di avere.
In questo blog, che ricordo non essere il blog del Fresko Volley (così come a suo tempo non è mai stato il blog dell'Intrepida), bensì un blog dedicato a un movimento sportivo denominato Cavalli di Razza, scriviamo di emozioni e finalmente lo facciamo liberamente. Era ora.
Sono capaci in tanti di analizzare dati tecnici, se studiano con attenzione teoria e pratica, sono in grado in molti di dire cosa non va nella gestione sportiva di una società ... la difficoltà maggiore, al giorno d'oggi, è spiegare cosa va oppure come aggiustare qualcosa che non va.
Nel giorno dopo la sconfitta, come spesso accade, molti mi chiedono cosa non è andato durante la partita. E a volte mi spazientisco un po' nel rispondere, perché si fa fatica a prendere coscienza di un match decisamente no e raccontarlo.
Ieri abbiamo giocato contro una squadra di esperienza, che ha battuto corto sulle bande per tenerle fuori dall'attacco, e con il nostro opposto che non ha girato come sa fare, loro hanno fatto il bello e il cattivo tempo, condendo il tutto con una buona ricezione (colpa del nostro servizio scadente) e con una difesa quasi perfetta (merito della loro tenacia e del loro fortissimo libero). Ma per le questioni tecniche vi rinvio all'articolo di Mister Piccoli, che stimo tantissimo e che di certo ne capisce a pacchi più di me.
Ora vi dirò però cosa non è andato a livello di anima, di sentiment. 
La pallavolo non è uno sport semplice, la sua tecnica e la sua tattica non è comparabile a nessun'altra disciplina, per complessità e per quanto sia articolata in ogni sua espressione. Una volta una persona che di volley ne sa tanto e che stimo forse più di qualsiasi altra persona nell'ambiente, mi ha dato un foglio, dove si parlava del volley e di cosa voglia dire giocare a volley. Quel foglio lo porto con me in borsa in ogni trasferta. Non so chi l'abbia scritto, non porta firma. Ma ricordo perfettamente un passaggio che recita così:
"Praticare questo genere di sport non è semplice. E la sua tecnica non è paragonabile e quella di altre discipline. La velocità con cui devi essere contemporaneamente preciso, scaltro, opportunista non va oltre i cinque secondi. Devi essere un abile lettore di schemi dell'altra squadra per vincere le partite. Non è una disciplina in cui basta essere fisicamente al massimo, l'ingegno e la fantasia sono il vero motore di tutto. La più grande difficoltà sta nel regolare in un campo di soli nove metri per nove tutti i movimenti e le cadute"
Vi scriverò ancora sprazzi di questa lettera. Perché fa meditare. Ma se mi chiedete cosa non è girato ieri, vi dirò che non abbiamo saputo mettere in pratica le cose descritte nella citazione sopra riportata. Per cui il lavoro in settimana sarà ancora più tosto per allenatore e giocatori. Ma sono fiducioso, perché questo gruppo sa emozionare chi lo segue e chi lo ama.
Una alla volta, Cavalli Bastonati, una alla volta. Che la strada è ancora molto lunga.

E ora, dato che ogni tanto bisogna farsi anche una risata, se si ha la giusta intelligenza di non confondere i momenti giusti con quelli sbagliati, chiedendo ai ragazzi e al mister di Costa Volpino di comprendere, da vincitori, che si tratta solo di ironia e ilarità, a chi ancora mi chiede perché ieri ci hanno preso a castagnate, risponderò semplicemente con un video, dove si comprende che i giocatori (o il giocatore) deve studiare ancora parecchio...

Dopo la celebre rubrica radio VIAGGIARE INFORMATI, eccovi la nuova rubrica dei CDR:


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