La citazione di questi tempi:

"Nel volley, come nella vita, le vere soddisfazioni derivano dal vivere nel presente ogni momento, nel bene e nel male. Una squadra, da buona, diventa grande quando ogni giocatore impara a fidarsi dei compagni, al punto che la parola IO viene sostituita dalla parola NOI"

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domenica 18 dicembre 2011

Campionato Serie C Maschile - 10° Giornata (17/12/2011)

Alpifind Belluno vs. N.C.C. Fresko Intrepida 1-3 (23-25,25-18,23-25,17-25)




N.C.C. Fresko Intrepida: n. 1 Pozzani (2° lib  - n.e.), n. 2 Alloro (lib. - pt. 0), n. 3 Oliveri F. (pt. ), n. 4 Modena (pt. ), n. 5 My (pt. ), n. 7 Martinelli (pt. ), n. 8 Marchi (pt. ), n. 9 Fasoli (pt. ), n. 10 Alberti (pt. ), n. 11 Castagnini (pt. ), n. 12 Cestaro (pt. ), n. 13 Olivieri L. (K) (pt. ), n. 15 Tosadori N. (n.e.) - All. Ambrosi Claudio - Scoutman: Erbesato Luca - Fisioterapista: Zenato Marco

Assenti: Bonazzi F. (infortunato)


M.V.P. = Famiglia Olivieri

Belluno (BL)

Quando la squadra arriva tutto deve essere programmato, prefissato, organizzato alla perfezione. Perché se la squadra percepisce che tutto ciò che ha intorno gira, gira anch'essa di conseguenza. Quest'anno si faticava a vivere questo status, in partenza. Da tre partite a questa parte, il sentiment è cambiato. E il gruppo sembra girare.
Lo vedi già dal precedente post, quello che descrive la trasferta in pullman verso Belluno. La squadra c'è. I Cavalli di Razza sembrano essere tornati.
Ieri in pullman erano ragazzi che stavano vivendo la trasferta con l'eccitazione negli occhi e nei ragionamenti, uomini che non hanno delusione nel loro sguardo, ma grande voglia di riscatto, con la consapevolezza di non aver raggiunto ancora il loro massimo consentito.
A volte, quando li osservo mentre si cambiano in spogliatoio, quando sono lì che si caricano e parlano tutti insieme, mi pare che le voci si mescolino e trovino tutte unite la forza di superare il tempo, di estrarre dal passato altre voci che si sono già sedute su quelle panche, che si sono già cambiate tra quelle mura, prima di andarsene verso altri lidi insieme agli uomini che le contenevano.
Qualcuno lascia un buon ricordo, qualcuno un ricordo cattivo, alcuni li sentiamo ancora via sms dopo le partite, altri speriamo di non sentirli mai più, perché ci hanno rovinato il nostro momento ti uuuolley, che è passione e magia allo stato puro.
Ho iniziato a giocare a pallavolo tardi, a dodici anni. Sono sempre stato tra i primi ad arrivare ad allenamento per montare la rete, quando necessario, e fra gli ultimi ad andarmene, facendo il classico giro di controllo delle luci dimenticate accese. Oggi per una forza di cose e un susseguirsi di eventi, cerco di vivere il uuuolley come un dono, come qualcosa per pochi eletti. E ne assaporo ogni singolo momento positivo, perché mi ritengo fortunato e vorrei trasmettere questa mia fortuna a più persone possibile.
E' un mondo fatto di rumori di palloni che vengono schiacciati a tutta forza sul pavimento, di palestre in legno o dai pavimenti durissimi, di mute e ginocchiere, di ferite e infortuni; esplosioni di esultanza, urla di incitamento, grida di rabbia. E nonostante le pulizie accurate del nostro palazzetto, nell'aria rimane sempre un leggero odore di sudore e di battaglia.
Questo è il volley, in genere. Questa è la nostra serie C, in particolare.
E ieri sera ho visto dei guerrieri, in campo e in panchina. Ho visto un palleggiatore che smistava palloni come una slot machine quando butta fuori le monetine a cascata: gli avversari non lo leggevano, ma lui leggeva il muro. Gli attaccanti saltavano e si trovavano la palla già lì, pronta per essere ammazzata. Il coach un paio di volte si è girato verso la panca, esclamando "se palleggia così non ce n'é per nessuno!".... bravo Cestaro, quando giochi così non possiamo che vincere. Hai ritrovato il tuo mordente.
Ho visto un giovane centrale, di nome Olivieri Francesco, che dopo l'ultima partita dove non ha visto campo, ha fatto il professionista e si è allenato tutta settimana come un folle, mettendo il 110% delle sue forze e intenzioni in ciò che faceva e si sono visti i risultati. Ieri potevano costruirgli davanti il Muro di Berlino, che sarebbe passato lo stesso. E sarebbe passato bene.
Ho guardato di gusto un certo My Gabriele, che si sa, in attacco fa disastri se decide e in effetti ha fatto un paio di palle con manualità da sloga polsi, ma ieri mi ha stupito in difesa, sempre in tuffo, sempre presente sui palloni. Gabri, hai fatto la diferenza in difesa ieri, strano a dirsi. Eccellente.
Ho incitato un Fasoli Luca, banda d'eccellenza, che ieri ha mostrato che anche se gli esce una tibia, gioca e salta lo stesso e tira forte, sulle righe o nelle diagonali strette, e pregate non vi colpisca. Potenza pura.
Ma più di tutti, ho saltato sulla panchina per il mio capitano, Olivieri Luca, che ha ritrovato il campo, ma più di tutto ha ritrovato sé stesso e il ruolo che rapresenta per tutti noi. In vent'anni di pallavolo non ho mai avuto un compagno che sappia giocare il "mani-fuori" come lui. Bentornato amico Holly, ci sei mancato.
Per il resto, bravi tutti gli altri, chi ha giocato, chi non ha visto campo ma ha urlato talmente tanto che fungeva da giocatore in più, chi è venuto a tifare per noi nonostante la trasferta lunga e impegnativa (Tota e Gianmarco, grazie), chi ci ha fatto gli scout con impegno e fantasia, chi ha fatto la macumba in panca contro le battute avversarie, per Tosadori che ha un futuro da CDR.
Grazie a tutti, perché senza ingredienti speciali, la torta non viene così buona.
E la torta di ieri sera è stata davvero speciale.

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