La citazione di questi tempi:

"Nel volley, come nella vita, le vere soddisfazioni derivano dal vivere nel presente ogni momento, nel bene e nel male. Una squadra, da buona, diventa grande quando ogni giocatore impara a fidarsi dei compagni, al punto che la parola IO viene sostituita dalla parola NOI"

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lunedì 4 marzo 2013

02/03/2013 - 17° Giornata Campionato di Serie C masch. - Girone B

FRESKO EST VOLLEY vs. Dolomia Volley Belluno                  0-3              ( 25-19 / 25-20 / 25-22 )


NCG Fresko Est Volley: n.1 Pozzani (pt. ), n. 2 Fantoni (K) (pt. ), n. 3 Marinelli L. (pt. ), n.4 Bona Veggi S. (n.e.), n. 5 Veronese N. (pt. ), n. 7 Martinelli F. (pt. ), n. 8 Marchi F. (pt. ), n. 9 Hueller A. (n.e.), n. 10 Jankovic M. (1° lib.), n.11 Caliari C. (pt. ), n. 12 Alloro E. (2° lib.), n. 13 Castagna M. (pt. ), n. 14 Gugole S. (pt.) - All. Ambrosi C.

Assenti: nessuno, ma Hueller indisponibile


PalaMojito - Colognola ai Colli (VR)

Reduci da una sconfitta all'andata per 3-2, affrontiamo il Belluno con le precauzioni dovute, ma a fine gara ci rendiamo conto che questo match nulla aveva a che vedere con quello dell'andata. Il Belluno sembra un'altra squadra, non gira, molti errori, pochi punti incisivi: insomma, potevamo perderla solo noi e fortunatamente abbiamo deciso di portare a casa i 3 punti.
Facendo il solito conto del salumiere, che poco vale a questo punto della stagione, possiamo dire che rispetto all'andata, ad oggi registriamo 3 punti in più nel tabellino dei marcatori e non è cosa da poco.
Inoltre, la matematica ci dice che, grazie al regalo che Tognetto ci ha fatto perdendo con Agorà, ci manca un solo punto per essere matematicamente ai play off. Tognetto che incontreremo in casa da loro proprio sabato prossimo e sappiamo bene quanto insidiosi possano essere.
Ora dobbiamo solo adottare uno stile mediamente parkouriano. Il parkour è una disciplina metropolitana nata in Francia agli inizi degli anni 80. Il termine parkour è stato coniato da David Belle (anche stuntman e attore nei film di Luc Besson) che viene unanimemente riconosciuto come il fondatore della disciplina e uno dei suoi maggiori esponenti, e deriva da parcours du combattant (percorso del combattente), ovvero il percorso di guerra utilizzato nell’addestramento militare proposto da Georges Hébert, che fu un pioniere dell’educazione fisica in Francia agli inizi del Novecento.
Lo scopo del parkour è quello di spostarsi nel modo più efficiente possibile, cioè sicuro, semplice e veloce. Come dice il suo fondatore David Belle “per distinguere cosa è parkour da cosa non lo è basta pensare ad una situazione di fuga: tutto quello che può tornare utile per fuggire è parkour“.
Bene, noi siamo momentaneamente primi in classifica e stiamo fuggendo, fuggendo da chi ci insegue, fuggendo da Zané che ha una gara in meno, fuggendo da chi ci vuole male, fuggendo dai nostri scheletri nell'armadio, fuggendo dai nostri demoni e dai nostri fantasmi del passato. Siamo in fuga e solo noi possiamo perdere la vetta della classifica in queste 6 gare (riposo compreso, per noi) che ci separano dal traguardo finale.
La filosofia e il metodo d’allenamento del parkour prevedono “un allenamento lento, progressivo e graduale per migliorare tutte le caratteristiche atletiche dell’individuo che deve avere come unico scopo il costante miglioramento delle proprie capacità“.
Una alla volta, cavalli parcouriani, galoppate veloci, fuggite e avanti così.
Che ha 43mila metri sopra il cielo, l'aria ha un profumo acre e pungente, ma ricco di soddisfazione, di zona play off.

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