La citazione di questi tempi:

"Nel volley, come nella vita, le vere soddisfazioni derivano dal vivere nel presente ogni momento, nel bene e nel male. Una squadra, da buona, diventa grande quando ogni giocatore impara a fidarsi dei compagni, al punto che la parola IO viene sostituita dalla parola NOI"

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venerdì 26 luglio 2013

Ma lo sport dove finirà?

E' da un paio di giorni che ho ripreso i contatti con i nostri sostenitori, dopo l'organizzazione del Mojitorneo 2013, per chiudere i sospesi della scorsa stagione e pianificare il budget della prossima.
E un po' di ragionamenti mi passano per la testa. 
Mi guardo in giro e vedo che sono due società nel veronese pagano praticamente tutti i giocatori e di queste due una è il Fresko. Entrambe a fine luglio sono in ritardo con le mensilità ed entrambe sono fermamente intenzionate a chiudere i conteggi.
Le altre A.S.D. o pagano solo i giocatori più forti qualcosina, oppure non danno rimborsi spese e cercano di chiudere i conti come meglio riescono.
Ma la situazione è critica, le aziende sono in difficoltà e centellinano le erogazioni di sponsor e/o pubblicità con il contagocce e anche se pagano ogni cosa lo fanno con i loro tempi, con le loro ragioni.
Del resto in un mondo dove le aziende che un tempo facevano il bello e il cattivo tempo, oggi sono in cassa integrazione almeno un giorno al mese, cosa vogliamo fare? Sponsorizzazioni a discapito dei lavoratori con mesi di stipendi in arretrato.
Ma questo non è un ragionamento per giustificare qualcosa o qualcuno, è solo un disclaimer che affronta un'analisi dove lo sport in genere, e non solo la pallavolo, vive momenti di difficoltà estrema.
E lo si mette qui, nero su bianco, sul mio blog rigorosamente privato, perché vorrei condividere con voi la fatica e il sentiment diffuso tra dirigenti e organizzatori di eventi in genere.
Parlavo con diversa gente sull'analisi delle uscite culinarie del Mojitorneo: la gente non ha soldi da spendere. Tutti portano frighetti colmi di pasta fredda e birre e la sera vanno a casa a ricaricarli. Non serve tu faccia una cucina di qualità, che tu tenga prezzi abbordabili, che tu tenga la cucina aperta 20 ore su 24. Non ci sono soldi e giustamente la gente si attrezza in tal senso.
Ma a questo punto forse non ha più senso affrontare una settimana di organizzazione di evento che poi si riduce a un totale smazzamento e nemmeno riesci a far saltare fuori le mute da gara della tua B2.
Comunque, lo sport è in difficoltà perché le aziende sono in difficoltà, perché il mondo è in difficoltà.
Noi teniamo duro e non molliamo mai.
Ma bisogna assolutamente comprendere che i bei tempi sono andati...



1 commento:

Raffaello ha detto...

Lo sport, come lo conoscevamo, è finito. Un modello osteggiato dallo Stato (che poco da dire, sullo sport non investe, o meglio, investe solo in caso di manifestazioni in casa) e finanziato dalle aziende attraverso sponsorizzazioni "opache" non poteva non crollare sotto i colpi di una crisi economica ovvia (si sa che dopo una salita c'è una discesa, no?) che ha messo in ginocchio soprattutto le piccole e medie imprese nostrane (quelle grandi qualche aiuto lo ricevono sempre).
Ma anche la giusta pena per chi ha guidato le società senza una visione economica: quante società hanno speso senza avere le possibilità negli anni scorsi? Tante, tutte forse!
Poca attenzione ai vivai, troppa spesa per le prime squadre, morale della favola poco ricambio generazionale di qualità a poche spese, ricerca di giocatori da altre società, spese per prestiti, spese per rimborsi ai giocatori e allenatori, uscite sempre tante a fronte di entrate sempre minori.
Nessuno che puntasse a fare un po' di cassa in caso di situazioni negative, tutti a correre dietro al risultato (le società) o al vil denaro (molti giocatori).
Adesso siamo arrivati ad un punto di non ritorno. Bisogna cambiare questo modello di business sportivo. Chi riuscirà a farlo nella giusta maniera prima degli altri, avrà un vantaggio competitivo per molti molti anni.
Poi è colpa anche di chi, come me, fa l'allenatore delle giovanili. Si punta troppo al risultato e poco alla qualità, ci si adatta a fare due allenamenti alla settimana o anche uno per le squadre del vivaio e poi ci si rende conto che così non si riesce a formare atleti per le prime squadre.
Quindi ti dico occhio a Treviso che se continua a tenere gli allenatori che ha nel giovanile riuscirà a riemergere molto prima di quanto ci si aspettasse.
Infine un ringraziamento speciale alla Federazione Italiana Pallavolo: la ringraziamo per le basse tasse gara, per le basse quote d'iscrizione, per i servizi sempre puntuali... 1000 euro per far fare ai miei ragazzini u15 un secondo campionato (terza divisione) senza avere arbitri ufficiali a tutte le gare ritengo sia la cartina di tornasole di una burocrazia vorace che ingurgita denaro senza offrire nulla in cambio.

Un blog davvero (o da vero???) ... equino!!!!